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Epilessia e terapia antiepilettica

In Italia l’epilessia colpisce circa una persona su cento e la sua incidenza è maggiore nell’infanzia e nei soggetti anziani. Le cause possono essere varie, sia genetiche che acquisite e non sono, ad oggi, del tutto comprese: tra i fattori acquisiti si possono elencare traumi, infezioni cerebrali, ipossia durante il parto, ictus, tumori. Ci sono diversi fattori che influiscono nella scelta della corretta terapia antiepilettica, tra i quali: il tipo di crisi epilettiche, la frequenza delle crisi e altri fattori che andremo ad analizzare più nel dettaglio in questo articolo.  

Come avviene la diagnosi di epilessia?  

L’epilessia è un disturbo neurologico cronico caratterizzato dal ripetersi di eventi ad insorgenza improvvisa detti crisi epilettiche. La crisi epilettica è una scarica elettrica anomala di un gruppo di neuroni che interrompe il normale funzionamento della corteccia cerebrale e può manifestarsi con movimenti involontari bruschi e ripetuti ed è spesso associata a perdita momentanea di coscienza. 

 La diagnosi di epilessia è clinica, ossia a seguito della descrizione dettagliata delle crisi da parte del paziente, ma il medico si può avvalere di esami strumentali di supporto come l’elettroencefalogramma, la tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (RM). In ogni caso si può parlare di epilessia in presenza di almeno 2 crisi verificatesi ad una distanza minima di 24 ore. 

Terapia antiepilettica  

La terapia antiepilettica è volta ovviamente ad eliminare l’insorgenza delle crisi epilettiche e a questo scopo si usano i farmaci anticonvulsivanti, cioè farmaci che riducono l’eccitabilità dei neuroni. La scelta del farmaco da utilizzare dipende dal tipo di crisi manifestate dal paziente, dalla sua età e da eventuali patologie concomitanti; esistono diverse classi di farmaci antiepilettici che hanno meccanismi d’azione diversi, e, come tutti i farmaci, possono avere effetti collaterali ed interazioni con altri farmaci. 

Generalmente i farmaci anticonvulsivanti agiscono o potenziando l’attività dei neurotrasmettitori inibitori o riducendo l’attività neuronale eccitatoria. 

Tra i primi ricordiamo il fenobarbital (Gardenale, Luminale), le benzodiazepine (Rivotril, Frisium) e l’acido valproico (Depakin). Tra i secondi la fenitoina (Dintoina), la carbamazepina (Tegretol), la ox-carbazepina (Tolep) e la lamotrigina (Lamictal). Tra i farmaci oggi maggiormente utilizzati si può menzionare il levetiracetam (Keppra) che può essere utilizzato in diverse forme di epilessia sia in monoterapia che associato ad altri antiepilettici e viene rapidamente assorbito dopo somministrazione orale. 

Dosaggio farmaci antiepilettici 

Inizialmente la terapia antiepilettica prevede basse dosi del farmaco fino al raggiungimento del cosiddetto “stato stazionario”, cioè la concentrazione ottimale del principio attivo nel sangue, una volta raggiunta questa condizione è importante osservare la terapia in maniera stabile e assumere i farmaci sempre allo stesso orario perché qualsiasi variazione potrebbe far scendere la concentrazione del principio attivo al di sotto del valore terapeutico. 

Circa il 70% dei soggetti trattati ottengono il completo controllo delle crisi epilettiche e, dopo almeno 2 anni senza crisi è possibile ipotizzare la riduzione o, addirittura, la sospensione della terapia stessa.  

Monitoraggio terapia antiepilettica  

Dato il carattere imprevedibile delle crisi e la difficoltà nell’ individuare gli eventuali segni di tossicità dei farmaci utilizzati è importante il dosaggio periodico degli stessi in particolar modo quando si modifica la terapia o quando si associa un altro farmaco. È chiaro che in questo campo è fondamentale più che mai la precisione nella misura della concentrazione del principio attivo, e questa si ottiene da un lato ponendo la massima attenzione alla fase preanalitica (ricondiamo che la maggior parte molecole utilizzate come principi attivi sono molto labili) e dall’altro utilizzando metodi di analisi accurati come le tecniche immunoenzimatiche e la cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC).  

Presso il laboratorio Dr Giovanni Di Piazza è possibile monitorare la terapia antiepilettica farmacologica attraverso un semplice prelievo di sangue, i campioni vengono analizzati oltre che nei nostri laboratori anche presso il nostro laboratorio o presso laboratori dell’ospedale Buccheri La Ferla, Synlab e CQRC (Centro di Riferimento regionale per le indagini Chimico cliniche di II livello in Cromatografia e Spettrometria di Massa) in regime di service. 

Autrice: Dott. Aurelia De Caro, Biologa molecolare, Laureata in Scienze biologiche con indirizzo biomolecolare presso Università degli Studi di Palermo, Specialista in patologia clinica. 

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