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Vitamina D e Osteoporosi: qual è la correlazione?

L’osteoporosi è una patologia dell’apparato scheletrico caratterizzata dalla progressiva perdita di massa ossea. Le ossa infatti diventano lentamente più fragili e ciò aumenta il rischio di frattura. Ma qual è la correlazione tra vitamina D e osteoporosi? Te lo spieghiamo in questo articolo.  

Perché sono correlate Vitamina D e Osteoporosi? 

Le ossa sono formate da uno strato esterno compatto e lamellare, e da una parte interna spugnosa e alveolare, in modo che l’osso sia al contempo robusto (per resistere agli urti e sostenere il peso corporeo) ma anche leggero.  

La caratteristica resistenza dell’osso è dovuta alla composizione della sua parte minerale costituita da cristalli di fosfato di calcio (idrossiapatite). Il tessuto osseo non è “statico” ma “vivo” perché è continuamente soggetto a un processo di rimaneggiamento per cui una parte viene riassorbita e contestualmente sostituita da matrice ossea nuova, in questo modo piccoli danni da usura e microfratture vengono riparati: è stato calcolato che in un anno circa il 10% dello scheletro di un adulto viene sostituito ad opera di questo processo di rimodellamento. 

Il perfetto equilibrio tra “demolizione” e “ricostruzione” è assicurato dall’azione di due ormoni che regolano la quantità di calcio e fosforo presenti nell’organismo: paratormone e vitamina D. 

Il paratormone è un ormone prodotto dalle ghiandole paratiroidi che agisce livello osseo e renale aumentando i livelli ematici di calcio e inducendo trasformazione della vitamina D dalla forma inattiva a quella attiva (1,25 diidrossicolecalciferolo o calcitriolo). 

La vitamina D è un ormone in parte introdotto con l’alimentazione e in parte prodotto dall’organismo a livello cutaneo tramite i raggi UV ed è per questo che i suoi livelli ematici risultano massimi alla fine dell’estate. La sua azione predominante si espleta a livello renale e intestinale dove stimola l’assorbimento del calcio e del fosforo assunti con l’alimentazione.  

Cause dell’osteoporosi 

Fisiologicamente dopo i 40 anni inizia una fase per cui il riassorbimento osseo supera la produzione di nuova matrice quindi si ha un progressivo impoverimento dell’osso; ciò avviene con una velocità maggiore nelle donne dopo la menopausa: le ossa perdono densità e diventano lentamente più fragili e, di conseguenza, suscettibili di fratture. 

I fattori di rischio, oltre alla carenza di vitamina D, per l’osteoporosi sono:  

  • età maggiore di 70 anni 
  • menopausa precoce 
  • immobilizzazione 
  • insufficienza renale cronica 
  • ridotta assunzione di calcio 
  • abuso di corticosteroidi 
  • ipertiroidismo etc.   

Dosaggio vitamina D per l’osteoporosi 

L’intervento principale per contrastare la progressione dell’osteoporosi è l’assunzione di vitamina D. 

Infatti, diversi studi associano la carenza di Vitamia D all’osteoporosi. Si stima che circa l’80% delle persone maggiore di 65 anni ne abbia carenza. Il dosaggio periodico dei livelli di Vitamina D, in associazione agli esami strumentali per verificare la densità dell’osso, permette di capire se è necessaria una integrazione esogena per mantenere ottimale la salute dell’osso.  

In realtà oggi è noto che la vitamina D agisce anche sui processi di infiammazione a livello cutaneo e sulla modulazione del sistema immunitario e probabilmente anche in molti altri processi fisiologici dato che i suoi recettori sono presenti in moltissimi altri organi e tessuti per cui diventa sempre più importante evitarne stati carenziali. 

Il dosaggio della Vitamina D per l’osteoporosi rientra tra gli esami in convenzione, e presso il laboratorio Dr Giovanni Di Piazza è possibile effettuarlo in maniera precisa e accurata con metodo ECLIA (Elettrochemioluminescenza) attraverso un semplice prelievo di sangue il cui risultato è disponibile dopo 24h. 

Autrice: Dott. Aurelia De Caro, Biologa molecolare, Laureata in Scienze biologiche con indirizzo biomolecolare presso Università degli Studi di Palermo, Specialista in patologia clinica. 

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